Poesie Espressioni Deliri
Dannato Danzante
Poliedrico ruolo del fanciullo che sono
Eterno me stesso
Nella devastante danza delle ombre
Palpita il cuore, scorre il fiume col suo grido Antico
Si ripercuote su se stesso
Disegna, scrive
Denso scarabocchio
Indecifrabile logica
Mio istinto!
Mio istinto!
Il corpo si muove
Immense sfumature
Sentieri esplosi
Nuove stelle
Di vipera, di vipera il soffio vitale!
Graffiando l’aria
Vedendone il sangue
Col caldo fuoco attorno
Col mio bacio
La successione delle immagini
Divora l’attimo
Dove il miracolo muore
Marco Dimitri
Poesie Espressioni Deliri
il Capro Espiatorio

Quando si sveglia non si ferma
Penetra nelle carni
Nelle menti
Non può essere fermato
Si muove con vita propria
e Divora…
“Dammi i tuoi Peccati
Le tue gesta azzardate
Furti e liberi pensieri
Sozzure depravate
Mostri, incubi assassini
Dal sangue è fatta la storia
Dammi i tuoi Peccati
Ti lascerò l’onore
Fuggirò nel deserto fra dune senza fine
Danzerò fra i crateri disegnati dal vento
Emettendo urla strazianti nelle aurore nucleari
Sale e sabbia mio bel signore
Lavati… lavati… lavati
Sei ben vestito dammi il tuo delirio
Natura è Istinto, oh Traccia Antica
Tutto ciò che è perduto conservo
Dammi il Ghigno, l’Occhio Acceso
L’Impulso che ti spinse
La parola non pronunciata
La preda fuggita
Nel Tramonto…
Fuggirò nel deserto
Aprirò il mio Scrigno d’Oro
Nascosto fra gli assassini della sabbia”
Non sei Nato
Non sei Morto
La tua ombra è senza Luna
Ti risveglia la Foresta
Ti assopisce la tua Duna
Marco Dimitri
Poesie Espressioni Deliri
Andrea

Mi perdevo fra la luce rossa e New York
C’era un disco che girava, girava,
La luce lo leggeva.
Una bocca gustosa la tua,
quando gli occhi si accendono
e l’anima diviene anima.
Comprensione,
Volere di volere fare,
Nel tempo contadino zappatore,
Nelle immagini seminate, divorate dai corvi millenari,
Rigettate dalle bocche dei salmi,
Addensate per sostenere
Schiavi, padroni..
Vogliamo l’eternità in un respiro, non importa il resto,
Noi vogliamo assaporare, nei corpi inebriati da noi
La vittoria dei giochi sulle bandiere marcite che contaminano il fango
Vogliamo il bacio sull’emblema morto e risorto per soldi.
Sete, sete di dettaglio,
L’atomo che fotte il senno per disseminare follia
Incalcolabile arte.
E alla luna grande come lo sbadiglio di un saggio preferisco le tue fiabe
A illuminare la notte,
Prima che venga giorno e le strade si ammalino
Di facce da culo, di cravatte.
Quando il bosco diventa lupo e il lupo guardiano
Ecco, c’è quel volto che cercavo, quel sapore che volevo
A tutti i costi, fra flora e fauna, fra un sole troppo piccolo per rischiarare l’immensità.
Il mio skate illuminato da una luce artificiale, mentre col tuo ti innalzavi sulle pretese di chi non Riesce, per noia, per convinzione.
Mi accarezzavi i capelli lunghi, sugli occhi, sulle spalle,
Esplodeva il mondo
I tuoi pugni colpivano la terra,
Il nostro amore il mare,
Il cielo, no,
Il cielo non esiste, non si tocca
E’ l’illusione che uccide,
La base che non sostiene le città promesse alle folle,
Il falso altare delle false armi.
New York fuori dalla finestra,
Roma nel cuore,
Roma da possedere
Roma da riconquistare
Siamo due bambini in guerra,
Due ragazzi generali dell’esercito di ieri, di domani
Comandanti amici, stranieri.
Cantava l’uomo di Verona,
Non batteva ciglio il mimo dipinto di bianco, fissava solo l’altro lato della piazza
E tutto era fermo, miserabile, morto, sotto quintali di malformazione genetica
Illusione pratica, manipolazione psichica,
Delirio di perdenti sostenuti da stolti seduti a riva.
New York sintetica,
Roma contaminata,
Roma da liberare.
Il sentiero, forse il serpente,
La luce dissipava se stessa alla ricerca dell’acqua
Per placare la sete, di gnomi, di fate
Di simboli rubati dai canti stonati.
La carica, il grido, lo sparviero, le immagini, il tuo volto Andrea
Il mio,
Mentre il bacio ruggiva davanti al mostro sorvegliato
Dalle guardie di città
Fuori Stato
Invece che da un dio mai dipinto sui muri, dai bambini.
Luce articolata, siamo qui, nella stanza dei lupi
Un gesto, la pioggia degli atomi trattenuti
L’ululato,
Il piacere,
Prima che arrivi il padre, uno dei tanti;
Dalla città santa, una delle tante,
Prima che il gregge abbia sete e il pastore compia cent’anni.
I nostri occhi fuori dalla stanza
E l’albero, ai piedi del cerchio, continuava a crescere.
Marco Dimitri
Poesie Espressioni Deliri
Agorafobia

Stai attento alle case,
ai mostri che non sorridono mai e sono più grandi di te.
Soffocano e uccidono la luna
Con le mani ti afferrano alla gola.
Le finestre son occhi che rispecchiano pensieri di facce lontane
In cerca di spazi di sole.
Viandante che giri di notte, ignaro tu cerchi qualcosa
Ma dai portoni di legno le case cercan solo te.
Gradini dai denti affilati ti inghiottono da cima a fondo
Ti tolgono gli occhi da strade bagnate e lontane
Chissà quante volte non resta nemmeno un ricordo.
Guardati dai tetti spioventi
Da quelle strane figure sopra di te
son guerrieri neri che nella notte fan vivere gatti di legno
Marco Dimitri
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